lunedì 10 luglio 2006

Una città nel fango


La forza devastante di un nubifragio che ha spazzato via tutto quello che ha incontrato sul suo cammino


Quattro morti, fra cui un bimbo di appena 16 mesi strappato dalla furia delle acque all’abbraccio della madre, centinaia di contusi, oltre tremila sfollati, più di mille abitazioni invase dal fango e detriti fino a due metri di altezza, interi costoni montani crollati sino a valle e smottamenti: questo è parte del tragico bilancio causato dal violento temporale di appena qualche ora che il 3 luglio u.s. ha colpito la città di Vibo Valentia ed il suo comprensorio. Un bilancio che poteva essere ancora più pesante se l’evento alluvionale si fosse verificato di notte cogliendo nel sonno la popolazione.
Cercheremo di ripercorre quelle ore di quel dannato 3 luglio, data che tutti noi difficilmente dimenticheremo.
Il tutto inizia verso le ore 10.00 del mattino, il cielo è coperto da nuvoloni, è mattino ma in pochi istanti è buio pesto, dal cielo scoccano violenti fulmini quasi come si volesse colpirla al cuore, inizia l’inferno, bastano solo poche ore è accade di tutto, tanta è stata la violenza delle piogge: è nubifragio!
Dal cuore della città, ritta su una cima di 400 metri s.l.m., affacciata sul golfo di S.Eufemia sono partiti veri e propri fiumi trascinando tutto ciò che incontrano nella loro inarrestabile discesa verso Vibo Marina.
In poche ore, le strade crollano, la corrente salta, la telefonia fissa e mobile scompare quasi come se non fosse mai esistita questa tecnologia.
Ma non è finita. Dopo la tragedia rimangono i pericoli, i danni del grande nubifragio, i nuovi percorsi dei torrenti che madre natura ha voluto ridisegnare alla conquista di nuovi spazi.
Alle ore 14.30, a conclusione della violenta alluvione, iniziano i primi contatti tra i vari iscritti della nostra associazione della città di Vibo Valentia, i danni erano tanti, non si poteva stare fermi, i nostri ragazzi raggiunta la prefettura di Vibo e dandosi ritrovo proprio lì, hanno iniziato a dare il loro contributo nell’attesa che la protezione civile nazionale c’investisse ufficialmente del nostro impegno in quel che per noi era apparso sconcertante e dalle drammatiche ed inaspettate conseguenze.
Avviato uno speciale CCS per l’occasione, presso la scuola di polizia della città capoluogo, abbiamo immediatamente attivato una nostra stazione operante sulle frequenze necessarie al caso, il nostro Land Rover in dotazione alla sezione di Vibo Valentia è stato reso immediatamente disponibile, pronto a raggiungere la zona del disastro, con lo scopo di raccordare la zona più colpita (Vibo Marina) al CCS circa 10 km.
Nella stessa notte raggiungeva la nostra stazione operativa, presso il CCS di Vibo il nostro Presidente regionale Alfredo I8IEM con altro Land Rover necessario per raggiungere i luoghi del disastro, ed allargare così lo spazio controllato dai nostri operatori.
Per circa sette giorni la nostra sezione ed anche le sezioni di Catanzaro, Palmi, Reggio Calabira, Lamezia Terme, Villa San Giovanni e Cosenza per un totale di oltre 20 operatori ed un complessivo numero di quattro fuoristrada in dotazione alle sezioni Ari della Calabria, costantemente hanno cercato di collaborare nella maniera più fattiva possibile al superamento della fase di emergenza, cercando di aiutare e collaborare con tutte gli enti, le associazioni, le forze di polizia e soprattutto nel cercare di essere di aiuto alle migliaia di famiglie drammaticamente colpite dall’evento.
Sono stati giorni terribili, soprattutto agli occhi di quegli operatori che vivevano nei luoghi del disastro, che solo grazie agli amici giunti da diverse sezioni della Calabria ed allo spirito di rendersi utile con uno strumento che da sempre si utilizza semplicemente per esaudire il desiderio di un hobby, ci si resi conto di quanto importante fosse il nostro ruolo, innumerevoli sono state le iniziative intraprese dai nostri operatori durante le operazioni svolte durante una lunga settimana, dalla parola di conforto a chi aveva perso ogni cosa alla distribuzione dei pasti, dalla ricerca di un medico alla ricerca di farmaci o dal guidare la colonna degli sfollati verso gli alberghi alle altre ed innumerevoli attività svolte. Attività ricche di episodi di solidarietà e di tanta tristezza che certamente avrà segnato la vita di ognuno di noi, al punto di rappresentare un ricordo indelebile nei nostri cuori.
Sentiamo l’esigenza di ringraziare lo slancio, l’operosità e il coraggio dei tanti volontari giunti da diversi luoghi d’Italia, ma un ringraziamento particolare è doveroso rivolgerlo agli operatori accorsi dalle diverse sezioni ARI della Calabria sacrificando lavoro e famiglia ma rendendosi magicamente d’aiuto a chi in quel momento aveva bisogno di questi uomini con la radio.

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