Sentirsi dire: “Vuoi essere dei nostri da E4?”, è una bella sensazione ma lo è ancora di più perché è agosto, e l’ipotesi di una guerra tra parte dei territori palestinesi ed Israele è inimmaginabile!
Tutti noi inizieranno la storia di E44M, ricevendo questa telefonata fatta dal IZ4AKS Giorgio Minguzzi, team leader e fautore di questa iniziativa.
A questo punto nasce una mail list, sono transitate 326 mail, per gli operatori del team. Si inizia a parlare di location, si intensificano i rapporti con i contatti, si parla di setup ed altro ancora.
A pochi giorni dalla nostra partenza si riapre il fronte di guerra tra i palestinesi della striscia di Gaza ed Israele, la cosa ci turba, ma convinti che il conflitto duri poco, continuiamo imperterriti nella nostra attività organizzativa.
A pochi giorni dalla partenza, la situazione tra palestinesi dell’area di Gaza e gli israeliani non migliora, anzi quest’ultimi si preparano all’attacco via terra, si inizia a presentare qualche legittimo dubbio tra gli operatori del team, è vero che la regione della Striscia di Gaza è lontana circa un’ora di macchina, ma è altresì vero che la Cisgiordania insieme a Gaza è una delle due regioni che costituiscono i territori palestinesi. Entrambe contano quattro milioni di abitanti divisi tra le due regioni.
Andare in un luogo dove parte di esso è in guerra oggettivamente non è il massimo delle aspirazioni del team, soprattutto per chi nella vita non è abituato a convivere con questo genere di “problemi”.
Altra incognita era quello di un mancato transito da Israele, quest'ultima avrebbe potuto marchiare come non gradito il nostro passaggio.
Tutti noi inizieranno la storia di E44M, ricevendo questa telefonata fatta dal IZ4AKS Giorgio Minguzzi, team leader e fautore di questa iniziativa.
A questo punto nasce una mail list, sono transitate 326 mail, per gli operatori del team. Si inizia a parlare di location, si intensificano i rapporti con i contatti, si parla di setup ed altro ancora.
A pochi giorni dalla nostra partenza si riapre il fronte di guerra tra i palestinesi della striscia di Gaza ed Israele, la cosa ci turba, ma convinti che il conflitto duri poco, continuiamo imperterriti nella nostra attività organizzativa.
A pochi giorni dalla partenza, la situazione tra palestinesi dell’area di Gaza e gli israeliani non migliora, anzi quest’ultimi si preparano all’attacco via terra, si inizia a presentare qualche legittimo dubbio tra gli operatori del team, è vero che la regione della Striscia di Gaza è lontana circa un’ora di macchina, ma è altresì vero che la Cisgiordania insieme a Gaza è una delle due regioni che costituiscono i territori palestinesi. Entrambe contano quattro milioni di abitanti divisi tra le due regioni.
Andare in un luogo dove parte di esso è in guerra oggettivamente non è il massimo delle aspirazioni del team, soprattutto per chi nella vita non è abituato a convivere con questo genere di “problemi”.
Altra incognita era quello di un mancato transito da Israele, quest'ultima avrebbe potuto marchiare come non gradito il nostro passaggio.
Ma andiamo ai fatidici giorni:
1 gennaio 2008, alle ore 7,30 am, ci ritroviamo Giorgio Minguzzi IZ4AKS, Simone Bizzarri IZ0BTV, Aurelio Bello IZ0EGM e Pasquale La Gamba IZ8IYX a controllo presso lo speciale e spartano gate per voli ad alto rischio a qualche chilometro da Fiumicino Airport, gli innumerevoli controlli e le lunghe interviste ci fanno sostare circa due ore in questa, a noi sconosciuta, area aeroportuale.
L’aria che si respira tra di noi è carica di soddisfazione, ma nel contempo c’è un pizzico di tensione per via delle notizie giunte negli ultimi giorni attraverso i Tg di tutto il mondo.
Superati gli estenuanti controlli, previsti dal protocollo della compagnia El Al, ritorniamo con un pullman speciale all’aereporto di Fiumicino. Alle 11,15 come previsto dalla tabella di marcia voliamo per Tel Aviv, il volo passa abbastanza in fretta ed il gruppo ritrova la giusta serenità.
Ore 17,30 atterriamo puntuali all’aereoporto Ben Gurion, ad attenderci troviamo Roby con un cartello in mano: “radioamatori italiani”, lui è un uomo di Sobhy M., il nostro contatto palestinese.
Nel giro di qualche ora ritroviamo in aeroporto l’amico Vinicio IK2CIO giunto con altro volo partito da Milano; successivamente arriva il simpatico Salvador Carol Tafall C31CT con volo proveniente da Barcellona, per ultimo raggiunge il gruppo (ma presente sin dal giorno prima in quel di Tel Aviv per via dello sdoganamento della nostra cassa) il veterano Les Fabianski SP3DOI.
Raccolto il gruppo conosciamo il nostro accompagnatore ufficiale ed ormai amico David, con lui attraverseremo il famoso “muro” alto 14 metri che divide la Palestina da Israele, l’emozione sale e nel nostro pulmino si smorza la tensione prendendoci in giro a vicenda.
Raggiungiamo il nostro hotel nel cuore di Bethlehem, nonostante sia enorme ci rendiamo conto che è completamente vuoto, escludendo da questa valutazione le lunghe parentele dei proprietari, scopriamo che l’anno passato durante lo stesso periodo non c’era disponibilità di camere. Questo la dice lunga dal periodo da noi scelto per la Dx-pedition, forse sarà anche questo uno dei motivi che ci consentirà di essere gli indisturbati utilizzatori del tetto e dell’intero undicesimo piano, con ben 34 camere rigorosamente aperte.
Scarichiamo il materiale portato con noi e quello fatto pervenire con una spedizione aerea, momentaneamente lo stipiamo in un magazzino, l'indomani decideremo sul montaggio.
La prima notte riusciamo ad usufruire, grazie ai "potenti mezzi" di Vinicio IK2CIO, della rete offerta da diversi cittadini palestinesi, riusciendo a comunicare ufficialmente con il nostro Pilot Arturo IK7JWY, che curerà meravigliosamente dalle pagine di HamRadioWeb, tutte le notizie e l'invio on line dei logs che periodicamente gli facciamo pervenire.
E’ ora di cena, nell’immensa sala ristorante ci ritroviamo soli con i soliti familiari dei proprietari, ci osservano attentamente, non rientriamo nell’ottica del solito gruppo di pellegrini, osservavano attentamente le maglie ed i cappellini ufficiali di E44M.
Scattiamo qualche foto e “degustiamo” la tipica cucina arabo-palestinese ricca di verdure e condita con forti spezie e profumi, salutiamo le nostre famiglie telefonicamente e raggiungiamo le nostre camere per il meritato riposo.
Il 2 gennaio la sveglia suona alle 06.30, dopo un’indecisione sulla scelta della location, decidiamo di istallare tutto sul Bethlem hotel, si lavora ininterrottamente per tutto il giorno, la temperatura non è delle migliori ed il freddo anche se non forte come in Italia punge e si fa sentire.
Si lavora ininterrottamente come un vecchio team collaudato, l’esperienza di parte dei componenti del team, in questa fase è indispensabile e si fa sentire.
Dopo diverse ore istalliamo diverse antenne per iniziare le danze e lanciare il fatidico CQ.
Le antenne utilizzate sono state:
1 SpiderBeam dai 10 ai 20, 1 Xbeam dai 10 ai 20, 1 verticale da 12 mt per i 40 e 80, 1 verticale per i 30, 1 HF 2V Butternut per i 40 e gli 80, 1 verticale UJX dai 10 ai 40, 1 Slooper per 160 lungo 39 mt a 38 di altezza, 1 dipolo per i 6 ed infine 1 EWE per RX posizionata tra il decimo ed undicesimo piano.
Alle ore 18 locali si comincia ed il pile up da questo momento non fa altro che salire.
Il 3 gennaio, è mattino, ci interroghiamo sul forte noise subito dai sette operatori del team per l’intera notte.
Alcuni di noi trascorreranno l’intera giornata sul tetto, cercando di capire cosa e come eliminare le forti scariche che stroncano i ricevitori delle nostre radio: Icom Pro III, Icom 7000, Icom 7400 ed Elecraft K2.
L’esito di tanta fatica è nulla, servirà solo a migliorare il posizionamento del nostro parco antenne.
Il 4 gennaio, si continua a lavorare in radio ed i turni sono costanti, sino a questo istante nessuno di noi è mai uscito dall’albergo, attendiamo notizie dal nostro contatto che a quella data non avevamo ancora incontrato, ma certamente avevamo gradito la sua organizzazione.
I pranzi e le cene si susseguono al solito tavolo dell'hotel, anche le pietanze a distanza di quasi 4 giorni risulteranno essere le “solite”.
Proprio in questa giornata, in un momento di tensione per una colonna di fumo nero, viene a farci visita Sobhy, appare nell’immediatezza la sua giocosità e tutta la sua sicurezza, si percepisce in maniera evidente il suo ottimo livello culturale.
In questi primi giorni, l'unico momento di relax e di “contatto” con il mondo extra team era la frequentazione della hall del nostro hotel, frequentata come un piazza cittadina da palestinesi amici dei titolari.
Finalmente, scopriamo le due fonti del forte noise, le devastanti scariche si avvertivano nel momento in cui entrava in funzione uno dei tre ascensori, mentre nel tardo pomeriggio all’accensione delle pompe di calore si innalzava il livello di QRM, più tardi ci renderemo conto che in uno stabile così nuovo mancava la messa a terra.
Il 5 gennaio, ricevute le rassicurazione ed i consigli dal nostro Sobhy, una parte del team e più precisamente IK2CIO, IZ4AKS e IZ8IYX, uscirono dall’hotel alla ricerca di qualche filtro al fine di attenuare i forti disturbi.
Appena giunti sulla strada principale, ci rendemmo conto che in ogni angolo sono fermi agenti di polizia con le loro divise blu, mentre altrettante macchine della polizia percorrono continuamente in entrambi i sensi di marcia la strada commerciale della città.
Iniziamo a chiedere consigli alla gente del luogo sul dove poter acquistare un “filtro contro i disturbi”, la cosa ci sembra piuttosto difficile ma non demordiamo, entreremo in tutti i negozi di telefonia, materiale elettrico ecc..
La nostra prima “passeggiata” in giro per Bethlehem l’affrontiamo con passo abbastanza veloce, sotto lo sguardo vigile ma cordiale della gente del luogo.
Casualmente, ci ritroviamo dinanzi alla natività, il luogo che ha visto i natali di Gesù Cristo, per un momento ci dimentichiamo di tutto ed entriamo.
Superata la piccola porta, alta un metro e mezzo e larga un metro, ci dirigiamo verso l’altare, la chiesa a prima vista si presenta sobria e spoglia, ma l’emozione è fortissima come se si percepisca l’importanza del luogo.
Nessuno dei tre riesce a pronunciare parola alcuna, raggiungiamo l’altare e scopriamo che la “grotta” (punto esatto della nascita) è sotto l’altare, percorriamo una ripida scala di marmo. Appena giunti nella grotta l'emozione è alta, forse anche il meno praticante tra noi subisce la forte suggestione del luogo. Ogni singolo e semplice oggetto, ogni pietra o colonna, seppure semplici nella loro manifattura, manifestano con forza il loro passato ricco di una grande storia.
Da quel giorno parte del Team durante il turno di pausa sentirà l’esigenza di raggiungere questo sacro luogo.
Usciti dalla Chiesa della Natività, continuiamo nella ricerca dei filtri, entrando in una tipica bottega del luogo troviamo una produzione mai vista di forma cilindrica. Compriamo i nostri filtri, uno per ogni stazione, da collegare sulle prese della rete elettrica, ci dirigiamo verso l’hotel per istallarli con la piena consapevolezza che ben poco serviranno al nostro scopo. Infatti dopo pochi istanti il miracolo sperato non ci sarà, pertanto alcuni di noi avranno un souvenir dell’elettronica palestinese da riportare a casa.
6/7/8/9 gennaio, i giorni procedono piuttosto speditamente, si cerca di andare incontro alle esigenze delle comunità OM degli USA (est ed ovest coast), dei giapponesi, si cerca di fermare il continuo e costante muro di europei che ci giungono con segnali estremamente forti.
Cerchiamo di fare del nostro meglio, lavoriamo come se fossimo in catena di montaggio e la stanchezza si fa sentire giorno dopo giorno sempre di più.
In questi giorni le manifestazioni contro Israele sono diverse, la tensione sale, ed il posto della polizia viene preso da un più numeroso e meglio armato esercito palestinese.
Evitiamo di uscire in questi momenti, soprattutto quando gli scontri tra polizia e manifestanti diventano più frequenti, tanto frequenti che iniziano gli scioperi delle già deserte “attività” commerciali.
Tornando a parlare di radio, cerchiamo di correggere il tiro cercando di esaudire le aspettative di tutti, seppure ci trovassimo in un luogo Sacro non abbiamo la bacchetta magica nel procreare la propagazione sulla banda sperata e verso il luogo desiderato. Ognuno di noi cerca di dare il suo meglio, cercando di migliorare i propri limiti, credo che molti di noi avranno abbattuto più volte i propri record in queste ore di forte pile up. Troveremo anche il tempo tra un turno e l’altro nel frequentare i luoghi “sicuri” per consumare l’ottimo Kebab palestinese e gli squisiti testicoli di somaro o vitello.
Il 10 gennaio, nel primo pomeriggio la nostra guida ci accompagnerà, all’incontro con gli amici israeliani 4Z5LA Ros e 4Z4DX Dov, l’appuntamento è previsto alle ore 16 per un “pranzo” a Gerusalemme, Israele, nel quartiere arabo.
Il ristorante è molto bello, ha organizzato tutto il nostro Sobhy, oltre a lui ci sarà l’immancabile David.
In quel momento di guerra, è stato bellissimo assistere ad un pranzo dove sedevano allo stesso tavolo israeliani e palestinesi, gente che non si era mai conosciuta prima, ma che grazie a noi, pertanto alla radio, trascorreva lietamente quelle ore come se fossero vecchi amici.
Momenti carichi di gioia e di festa, forse il momento più sereno per il team. Come ogni tavolo arabo che si rispetti ha accompagnato tutte le sue fasi di degustazione delle pietanze il profumo emanato dai narghilè.
Dopo qualche ora e scattate le foto di routine con gli amici della IARC, riprendiamo il ritorno verso i territori palestinesi. Per tutta la notte ci dedicheremo alle bande basse, cercando di soddisfare quanti più radioamatori possibile fino all’ultimo istante.
L’11 gennaio, all’alba inizia lo smontaggio di tutte le antenne e le radio non più in funzione, si raccolgono i cavi, mentre alcuni di noi cercano fino all’ultimo momento utile di rispondere alla continua ed instancabile richiesta di contatto.
Parte del materiale, insieme ad una pubblicazione della ARRL, verrà donato al nostro simpatico ed amico David, con l’impegno degli amici israeliani di un suo coinvolgimento nelle loro future attività, chissà se la nostra attività da E4 avrà un erede!.
Altro materiale lo doneremo agli amici israeliani, per tutto il loro supporto e la loro continua disponibilità.
Raggiunto l’aeroporto di Tel Aviv, ci tocca dividerci nuovamente, ma siamo certi che molti di noi porteranno questa esperienza nel proprio cuore per tutta la vita.
Dopo circa quattro ore di estenuanti controlli riusciamo ad imbarcarci.
È d'obbligo ringraziare gli amici radioamatori di tutto il mondo che ci hanno sostenuto, gli sponsor, la IARC, i nostri familiari che hanno sopportato l’angoscia nel saperci in un posto poco sicuro, l’ARI Nazionale per aver contribuito con la sua azione politica-associativa con gli amici della IARC, il contributo delle sezioni ARI sparse per tutta la penisola e gli amici extra-radio che ci hanno colmato di informazioni e supporti diversi.
1 gennaio 2008, alle ore 7,30 am, ci ritroviamo Giorgio Minguzzi IZ4AKS, Simone Bizzarri IZ0BTV, Aurelio Bello IZ0EGM e Pasquale La Gamba IZ8IYX a controllo presso lo speciale e spartano gate per voli ad alto rischio a qualche chilometro da Fiumicino Airport, gli innumerevoli controlli e le lunghe interviste ci fanno sostare circa due ore in questa, a noi sconosciuta, area aeroportuale.
L’aria che si respira tra di noi è carica di soddisfazione, ma nel contempo c’è un pizzico di tensione per via delle notizie giunte negli ultimi giorni attraverso i Tg di tutto il mondo.
Superati gli estenuanti controlli, previsti dal protocollo della compagnia El Al, ritorniamo con un pullman speciale all’aereporto di Fiumicino. Alle 11,15 come previsto dalla tabella di marcia voliamo per Tel Aviv, il volo passa abbastanza in fretta ed il gruppo ritrova la giusta serenità.
Ore 17,30 atterriamo puntuali all’aereoporto Ben Gurion, ad attenderci troviamo Roby con un cartello in mano: “radioamatori italiani”, lui è un uomo di Sobhy M., il nostro contatto palestinese.
Nel giro di qualche ora ritroviamo in aeroporto l’amico Vinicio IK2CIO giunto con altro volo partito da Milano; successivamente arriva il simpatico Salvador Carol Tafall C31CT con volo proveniente da Barcellona, per ultimo raggiunge il gruppo (ma presente sin dal giorno prima in quel di Tel Aviv per via dello sdoganamento della nostra cassa) il veterano Les Fabianski SP3DOI.
Raccolto il gruppo conosciamo il nostro accompagnatore ufficiale ed ormai amico David, con lui attraverseremo il famoso “muro” alto 14 metri che divide la Palestina da Israele, l’emozione sale e nel nostro pulmino si smorza la tensione prendendoci in giro a vicenda.
Raggiungiamo il nostro hotel nel cuore di Bethlehem, nonostante sia enorme ci rendiamo conto che è completamente vuoto, escludendo da questa valutazione le lunghe parentele dei proprietari, scopriamo che l’anno passato durante lo stesso periodo non c’era disponibilità di camere. Questo la dice lunga dal periodo da noi scelto per la Dx-pedition, forse sarà anche questo uno dei motivi che ci consentirà di essere gli indisturbati utilizzatori del tetto e dell’intero undicesimo piano, con ben 34 camere rigorosamente aperte.
Scarichiamo il materiale portato con noi e quello fatto pervenire con una spedizione aerea, momentaneamente lo stipiamo in un magazzino, l'indomani decideremo sul montaggio.
La prima notte riusciamo ad usufruire, grazie ai "potenti mezzi" di Vinicio IK2CIO, della rete offerta da diversi cittadini palestinesi, riusciendo a comunicare ufficialmente con il nostro Pilot Arturo IK7JWY, che curerà meravigliosamente dalle pagine di HamRadioWeb, tutte le notizie e l'invio on line dei logs che periodicamente gli facciamo pervenire.
E’ ora di cena, nell’immensa sala ristorante ci ritroviamo soli con i soliti familiari dei proprietari, ci osservano attentamente, non rientriamo nell’ottica del solito gruppo di pellegrini, osservavano attentamente le maglie ed i cappellini ufficiali di E44M.
Scattiamo qualche foto e “degustiamo” la tipica cucina arabo-palestinese ricca di verdure e condita con forti spezie e profumi, salutiamo le nostre famiglie telefonicamente e raggiungiamo le nostre camere per il meritato riposo.
Il 2 gennaio la sveglia suona alle 06.30, dopo un’indecisione sulla scelta della location, decidiamo di istallare tutto sul Bethlem hotel, si lavora ininterrottamente per tutto il giorno, la temperatura non è delle migliori ed il freddo anche se non forte come in Italia punge e si fa sentire.
Si lavora ininterrottamente come un vecchio team collaudato, l’esperienza di parte dei componenti del team, in questa fase è indispensabile e si fa sentire.
Dopo diverse ore istalliamo diverse antenne per iniziare le danze e lanciare il fatidico CQ.
Le antenne utilizzate sono state:
1 SpiderBeam dai 10 ai 20, 1 Xbeam dai 10 ai 20, 1 verticale da 12 mt per i 40 e 80, 1 verticale per i 30, 1 HF 2V Butternut per i 40 e gli 80, 1 verticale UJX dai 10 ai 40, 1 Slooper per 160 lungo 39 mt a 38 di altezza, 1 dipolo per i 6 ed infine 1 EWE per RX posizionata tra il decimo ed undicesimo piano.
Alle ore 18 locali si comincia ed il pile up da questo momento non fa altro che salire.
Il 3 gennaio, è mattino, ci interroghiamo sul forte noise subito dai sette operatori del team per l’intera notte.
Alcuni di noi trascorreranno l’intera giornata sul tetto, cercando di capire cosa e come eliminare le forti scariche che stroncano i ricevitori delle nostre radio: Icom Pro III, Icom 7000, Icom 7400 ed Elecraft K2.
L’esito di tanta fatica è nulla, servirà solo a migliorare il posizionamento del nostro parco antenne.
Il 4 gennaio, si continua a lavorare in radio ed i turni sono costanti, sino a questo istante nessuno di noi è mai uscito dall’albergo, attendiamo notizie dal nostro contatto che a quella data non avevamo ancora incontrato, ma certamente avevamo gradito la sua organizzazione.
I pranzi e le cene si susseguono al solito tavolo dell'hotel, anche le pietanze a distanza di quasi 4 giorni risulteranno essere le “solite”.
Proprio in questa giornata, in un momento di tensione per una colonna di fumo nero, viene a farci visita Sobhy, appare nell’immediatezza la sua giocosità e tutta la sua sicurezza, si percepisce in maniera evidente il suo ottimo livello culturale.
In questi primi giorni, l'unico momento di relax e di “contatto” con il mondo extra team era la frequentazione della hall del nostro hotel, frequentata come un piazza cittadina da palestinesi amici dei titolari.
Finalmente, scopriamo le due fonti del forte noise, le devastanti scariche si avvertivano nel momento in cui entrava in funzione uno dei tre ascensori, mentre nel tardo pomeriggio all’accensione delle pompe di calore si innalzava il livello di QRM, più tardi ci renderemo conto che in uno stabile così nuovo mancava la messa a terra.
Il 5 gennaio, ricevute le rassicurazione ed i consigli dal nostro Sobhy, una parte del team e più precisamente IK2CIO, IZ4AKS e IZ8IYX, uscirono dall’hotel alla ricerca di qualche filtro al fine di attenuare i forti disturbi.
Appena giunti sulla strada principale, ci rendemmo conto che in ogni angolo sono fermi agenti di polizia con le loro divise blu, mentre altrettante macchine della polizia percorrono continuamente in entrambi i sensi di marcia la strada commerciale della città.
Iniziamo a chiedere consigli alla gente del luogo sul dove poter acquistare un “filtro contro i disturbi”, la cosa ci sembra piuttosto difficile ma non demordiamo, entreremo in tutti i negozi di telefonia, materiale elettrico ecc..
La nostra prima “passeggiata” in giro per Bethlehem l’affrontiamo con passo abbastanza veloce, sotto lo sguardo vigile ma cordiale della gente del luogo.
Casualmente, ci ritroviamo dinanzi alla natività, il luogo che ha visto i natali di Gesù Cristo, per un momento ci dimentichiamo di tutto ed entriamo.
Superata la piccola porta, alta un metro e mezzo e larga un metro, ci dirigiamo verso l’altare, la chiesa a prima vista si presenta sobria e spoglia, ma l’emozione è fortissima come se si percepisca l’importanza del luogo.
Nessuno dei tre riesce a pronunciare parola alcuna, raggiungiamo l’altare e scopriamo che la “grotta” (punto esatto della nascita) è sotto l’altare, percorriamo una ripida scala di marmo. Appena giunti nella grotta l'emozione è alta, forse anche il meno praticante tra noi subisce la forte suggestione del luogo. Ogni singolo e semplice oggetto, ogni pietra o colonna, seppure semplici nella loro manifattura, manifestano con forza il loro passato ricco di una grande storia.
Da quel giorno parte del Team durante il turno di pausa sentirà l’esigenza di raggiungere questo sacro luogo.
Usciti dalla Chiesa della Natività, continuiamo nella ricerca dei filtri, entrando in una tipica bottega del luogo troviamo una produzione mai vista di forma cilindrica. Compriamo i nostri filtri, uno per ogni stazione, da collegare sulle prese della rete elettrica, ci dirigiamo verso l’hotel per istallarli con la piena consapevolezza che ben poco serviranno al nostro scopo. Infatti dopo pochi istanti il miracolo sperato non ci sarà, pertanto alcuni di noi avranno un souvenir dell’elettronica palestinese da riportare a casa.
6/7/8/9 gennaio, i giorni procedono piuttosto speditamente, si cerca di andare incontro alle esigenze delle comunità OM degli USA (est ed ovest coast), dei giapponesi, si cerca di fermare il continuo e costante muro di europei che ci giungono con segnali estremamente forti.
Cerchiamo di fare del nostro meglio, lavoriamo come se fossimo in catena di montaggio e la stanchezza si fa sentire giorno dopo giorno sempre di più.
In questi giorni le manifestazioni contro Israele sono diverse, la tensione sale, ed il posto della polizia viene preso da un più numeroso e meglio armato esercito palestinese.
Evitiamo di uscire in questi momenti, soprattutto quando gli scontri tra polizia e manifestanti diventano più frequenti, tanto frequenti che iniziano gli scioperi delle già deserte “attività” commerciali.
Tornando a parlare di radio, cerchiamo di correggere il tiro cercando di esaudire le aspettative di tutti, seppure ci trovassimo in un luogo Sacro non abbiamo la bacchetta magica nel procreare la propagazione sulla banda sperata e verso il luogo desiderato. Ognuno di noi cerca di dare il suo meglio, cercando di migliorare i propri limiti, credo che molti di noi avranno abbattuto più volte i propri record in queste ore di forte pile up. Troveremo anche il tempo tra un turno e l’altro nel frequentare i luoghi “sicuri” per consumare l’ottimo Kebab palestinese e gli squisiti testicoli di somaro o vitello.
Il 10 gennaio, nel primo pomeriggio la nostra guida ci accompagnerà, all’incontro con gli amici israeliani 4Z5LA Ros e 4Z4DX Dov, l’appuntamento è previsto alle ore 16 per un “pranzo” a Gerusalemme, Israele, nel quartiere arabo.
Il ristorante è molto bello, ha organizzato tutto il nostro Sobhy, oltre a lui ci sarà l’immancabile David.
In quel momento di guerra, è stato bellissimo assistere ad un pranzo dove sedevano allo stesso tavolo israeliani e palestinesi, gente che non si era mai conosciuta prima, ma che grazie a noi, pertanto alla radio, trascorreva lietamente quelle ore come se fossero vecchi amici.
Momenti carichi di gioia e di festa, forse il momento più sereno per il team. Come ogni tavolo arabo che si rispetti ha accompagnato tutte le sue fasi di degustazione delle pietanze il profumo emanato dai narghilè.
Dopo qualche ora e scattate le foto di routine con gli amici della IARC, riprendiamo il ritorno verso i territori palestinesi. Per tutta la notte ci dedicheremo alle bande basse, cercando di soddisfare quanti più radioamatori possibile fino all’ultimo istante.
L’11 gennaio, all’alba inizia lo smontaggio di tutte le antenne e le radio non più in funzione, si raccolgono i cavi, mentre alcuni di noi cercano fino all’ultimo momento utile di rispondere alla continua ed instancabile richiesta di contatto.
Parte del materiale, insieme ad una pubblicazione della ARRL, verrà donato al nostro simpatico ed amico David, con l’impegno degli amici israeliani di un suo coinvolgimento nelle loro future attività, chissà se la nostra attività da E4 avrà un erede!.
Altro materiale lo doneremo agli amici israeliani, per tutto il loro supporto e la loro continua disponibilità.
Raggiunto l’aeroporto di Tel Aviv, ci tocca dividerci nuovamente, ma siamo certi che molti di noi porteranno questa esperienza nel proprio cuore per tutta la vita.
Dopo circa quattro ore di estenuanti controlli riusciamo ad imbarcarci.
È d'obbligo ringraziare gli amici radioamatori di tutto il mondo che ci hanno sostenuto, gli sponsor, la IARC, i nostri familiari che hanno sopportato l’angoscia nel saperci in un posto poco sicuro, l’ARI Nazionale per aver contribuito con la sua azione politica-associativa con gli amici della IARC, il contributo delle sezioni ARI sparse per tutta la penisola e gli amici extra-radio che ci hanno colmato di informazioni e supporti diversi.
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